Ho fatto una serie di riparazioni su un amplificatore che usa una coppia di tubi elettronici Cetron 572B. Quando ho finalmente completato il lavoro e verificato che tutte le tensioni avessero il valore giusto, ho inserito le valvole originali e ho scoperto che non funzionavano nemmeno loro. Ho provato a comprare due valvole Cetron 572B nuove (NOS = New Old Stock), le ho pagate a peso d'oro ma il venditore ha fatto una spedizione che non richiedeva la firma del destinatario. Insomma, Poste Italiane dice che il pacco è stato consegnato, io non l'ho ricevuto e, morale della "valvola", sono rimasto "svalvolato". Devo dire che il venditore inglese è stato un vero signore: mi ha rimborsato fino all'ultimo centesimo credendomi sulla parola o, forse, credendo alle mie lacrime.
Alcuni mesi dopo questa disavventura, risultando infruttuosa la mia ricerca di 572B di fabbricazione americana, mi sono deciso a comprarne una coppia cinese, sopprimendo con tutte le mie forze il mio stesso scetticismo sulla qualità dei componenti (e di qualsiasi altra cosa) made in China. Bene, questa volta la coppia di valvole selezionate ("matched pair") è arrivata.
Ora che si fa? La tradizione vuole che le valvole vengano soggette an un burn-in. In altre parole, le si tengono accese per un certo tempo a bassa tensione anodica in modo che, attraverso meccanismi fisici di cui forse parlerò quando mi sentirò meno pigro di questa sera, eventuali residui gassosi all'interno dell'ampolla reagiscano con altri materiali della valvola e vengano pertanto riassorbiti.
Come si fa il burn-in?
La spiegazione si trova un po' ovunque su internet, sostanzialmente si tratta di alimentare il filamento alla tensione nominale di 6,3 V, cortocircuitare l'anodo con la griglia (quindi il triodo funzionerà come diodo) e applicare una tensione di polarizzazione all'anodo/griglia finché non si misuri una corrente anodica + corrente di griglia di 250 mA. Dice il guru che questa cosa dovrebbe succedere a una tensione di circa 44 V.
OK, ho comprato uno zoccolo ceramico che andasse bene per le 572B, gli ho saldato i fili per fare i collegamenti elettrici, il mio amico Pier Paolo me l'ha montato su una base in plastica abbastanza larga, in modo che la valvola potrà essere montata in posizione verticale e non cadrà, nonostante il peso dei fili elettrici. Questa parte potevo evitarla, usando fili terminati con connettori a coccodrillo e posizionando la valvola in orizzontale. In tal caso, però, la valvola va orientata in una maniera ben precisa. Inoltre, siccome la valvola poggerà su un lato, la dissipazione di calore sarà fortemente asimmetrica. Insomma, ho preferito comprare lo zoccolo, forse solo per potervene parlare oppure per fare il "fighetto" (come Pier Paolo mi dice sempre).
A questo punto serve un alimentatore in continua in grado di dare 4 A a 6,3 V al filamento senza batter ciglio per un tempo lungo, almeno un'ora (quindi, se state pensando di fare la stessa cosa, usate un alimentatore da 10 A, non uno da 5 A!) L'alimentatore deve avere la tensione di uscita regolabile.
Per la tensione anodica, la cosa è più complicata, serve un alimentatore in continua che possa arrivare a poco più di 50 V, diciamo 55 V, erogando una corrente continua di 250 mA, sempre per un'ora o più.
Inoltre, c'è il rischio che qualcosa vada storto, per cui si potrebbe verificare un improvviso aumento di corrente, o qualcosa di peggio. Gli alimentatori devono quindi poter essere limitati in corrente. Io ho usato:
Per il filamento: CEASTAB AXD 15.9
Per l'anodo/griglia: Helzinger PTNhp 125 - 5
Bene, ora si fanno i collegamenti senza sbagliare (lo sto dicendo a me stesso, mi sto rimproverando perché, all'inizio non avevo collegato il negativo dell'alimentatore Helzinger…) e si dà birra al filamento, mantenendo la tensione anodica a zero. La tensione del filamento la aumentiamo rapidamente da zero a 6,3 V, diciamo in qualche secondo, non in mezz'ora, non in mezzo secondo, ok?
A questo punto, l'assorbimento del filamento dovrebbe essere intorno ai 3,6 A, massimo 4 A.
Ora aumentiamo gradualmente la tensione anodica, per completare la rampa di tensione, ci vorranno una trentina di secondi. L'obiettivo è ottenere una lettura di 250 mA sull'amperometro dell'alimentazione anodica. Come dicevo, una valvola nuova dovrebbe raggiungere la corrente intorno ai 44 V o 45 V. Valvole non nuove potrebbero richiedere una tensione fino a circa 50V. Beh, la prima delle mie due valvole, necessita 50,5 V. A 44V, invece, la corrente è di 200 mA.
Con la seconda valvola è andata meglio: a 44 V la corrente è 240 mA. I 250 mA si ottengono a 45,2 V... E meno male che doveva trattarsi di una "matched pair", a me sembra che queste due valvole, più diverse di così non potrebbero essere! Comunque, bisognerebbe aggiungere due considerazioni: I) per esprimere un giudizio definitivo bisognerebbe confrontare il guadagno dei due tubi elettronici; II) questa cosa della "matched pair", nell'amplificatore su cui sto lavorando, non serve sa niente.
Fatto il burn-in, ho riportato a zero prima la tensione anodica e poi la tensione del filamento, all'incirca nei tempi che ho detto prima.
Pazienza per la differenza che ho riscontrato tra i valori di polarizzazione dei due triodi montati a diodo; non mi rimane altro da fare che montarli nell'amplificatore e vedere cosa succede, ma questa è un'altra storia che vi racconterò in un'altra serata solitaria di questa triste primavera 2020.
Altre foto:
Come vedete in un paio di foto, ho verificato che le letture di tensione e corrente fornite dagli alimentatori fossero attendibili confrontandole con le misure fatte con un tester Fluke 115 True RMS Multimeter.
Fonte: prodotto in proprio da ik1hge.
Qualche informazione l'ho letta qua: https://pa0fri.home.xs4all.nl/Lineairs/FL2100Z/fl2100zeng.htm