Nelle pubblicità e nelle spiegazioni messe a disposizione dalla pubblica amministrazione per chiarire le iniziative legate ai rimborsi parziali delle spese effettuate con carte di pagamento, si legge spesso la domanda: "Come funziona il Cashback?". Segue una valanga di spiegazioni. La verità è che la triste e fallimentare tradizione a cui ci hanno abituato i vari governi con i "Click Day" è stata perpetuata anche questa volta. Al terzo giorno dal via, non si riescono ancora a registrare i "mezzi di pagamento", cioè le carte di credito, le tessere Pago Bancomat, le carte di debito, etc. utilizzando le quali saranno riconosciuti i piccoli rimborsi. Ecco, per esempio, i messaggi che ricevo quando cerco di registrare (o "salvare", se vogliamo utilizzare anche noi il gergo informatico dell'app governativa) la mia carta di credito di un circuito molto comune in Italia e nel mondo attraverso l'app IO:

"Sto verificando le informazioni della tua carta..."

...attesa di alcuni secondi...

"Si è verificato un errore temporaneo nel salvataggio di questa carta, riprova."

A scelta, si può annullare o riprovare, ovviamente io riprovo, il messaggio di risposta è, nuovamente:

"Si è verificato un errore temporaneo nel salvataggio di questa carta, riprova."

Insomma, vado avanti selezionando "Riprova" quattro o cinque volte, finché non appare la pagina:

"Salva la carta"

In cui è presente solo questo messaggio d'errore:

"Error loading page

Domain: undefined

Error code: -6

Description: net::ERR_CONNECTION_ABORTED"

Insomma, dopo tre giorni, nonostante i messaggi rassicuranti dei gestori del servizio e dei politici al governo, la registrazione delle carte di pagamento è ancora molto ostica. Vedremo quanto tempo ci vorrà ancora per risolvere i problemi ma, intanto, prendiamo atto dell'incapacità dei nostri governanti di realizzare un sistema informatico che funzioni, di fornire metodi di registrazione alternativi, di scaglionare, almeno, le adesioni via internet alle varie iniziative per evitare i click day, di riconoscere le risorse limitate a tutti gli aventi diritto, invece di assegnarle a quelle che sono, di fatto, lotterie telematiche (ne è un ultimo esempio, tra i tanti, l'assegnazione del Buon mobilità per il contributo per l'acquisto della bicicletta). Che posso dire? Magari i problemi fossero tutti qua. Io vivo in una zona in cui l'unica connessione dati su supporto fisico disponibile è l'ADSL su doppino di rame. A causa della distanza dalla centralina, la velocità massima raggiungibile è 6 Mbit/s. Niente fibra, ovviamente, che si ferma a poco più di un km dalla mia abitazione. Credete che abiti in una zona sperduta di campagna? No, abito "nel centro abitato su cui ha sede la casa comunale", come dichiara il comune stesso. E dire che siamo nel 2020, quasi 2021. "Non ci resta che piangere", direi continuando a citare il titolo di un famoso film con Troisi e Benigni, anche dal punto di vista dell'accesso alle comunicazioni digitali, i nostri governi non riescono a stare al passo coi tempi, ledendo libertà di espressione e di informazione dei cittadini.

Vedremo come si risolverà l'ennesima telenovela digitale originata da un nostro governo statale, sapendo che ne inizierà presto un'altra con un copione simile, se non uguale...

Fonte: prodotto in proprio. I messaggi di errore virgolettati sono stati presi dall'app IO,